giovedì 30 ottobre 2008

Sciopero? Prima parliamo.

Grillo: «Ok al decreto Gelmini?Allora il Parlamento va chiuso»
«Il Governo decide, decreta, ordina. Io propongo la chiusura della Camera e del Senato»
Il comico Beppe Grillo (LaPresse)ROMA - «Il decreto dell'egida Gelmini è stato approvato. Il Parlamento è ormai esautorato. Non serve a nulla. Il Governo decide, decreta, ordina. Io propongo la chiusura della Camera e del Senato». È Beppe Grillo a lanciare questa nuova proposta provocatoria dal suo blog, dopo il voto di mercoledì mattina.
REPUBBLICA PRIVATA - Gli esponenti della maggioranza a suo avviso «votano a comando. Hanno la maggioranza. Non discutono con l'opposizione (neppure con questa controfigura di opposizione) i testi delle leggi da approvare. L'Italia è diventata una repubblica privata e presidenziale, comanda Testa d'Asfalto in nome e per conto dei poteri che lo hanno messo lì, in loro rappresentanza», continua Grillo.
ATTACCA NAPOLITANO - Per il comico anche il presidente della Repubblica Napolitano «è come se non ci fosse, stringe le mani e beve il tè. Il Parlamento è solo una spesa per il contribuente. Va chiuso. E, visto che ci siamo, chiudiamo anche la scuola, quello che resta della scuola dopo anni di ignavia dei governi. A cosa serve studiare se non avrai un lavoro, se non puoi partecipare alla vita democratica del tuo Paese, se vivi sommerso in un'informazione di regime? A sopravvivere? Ma a vent'anni sopravvivere è un insulto».


fonte: il corriere della sera, 29 ottobre 2008
Il decreto Gelmini sta creando non poco scompiglio in Italia. Non si può non riconoscere che le critiche sono numerose, e apparentemente " sensate". Uso questo termine, forse offensivo per molti, i molti che oggi si sono ritrovati nelle città italiane a protestare (molti dei quali sono partiti con premesse di slogan a dir poco osceni, nonché infantili e gravamente offensivi nei confronti della signora Gelmini, e non del ministro..), perchè probabilmente nessuno ha provato a mettersi nei panni, almeno per poco, o per quanto posibile, di un ministro dell'istruzione che si è ritrovato subito tra le mani un sistema scolastico che non funziona. Questo non giustifica manovre politiche estreme, ma è la prima causa di un cambiamento così radicale. L'obiettivo del governo sembra essere volto a convertire l'istituzione scuola nell'azienda scuola, attuando una sorta di processo di privatizzazione. E' impossibile negare che sicuramente tutto ciò che è privato funziona meglio di ciò che è gestito dallo stato, ma questo comporta grandi spese per i cittadini. A questo punto è necessario allargare la propria visuale, e riconoscere che la situazione economica italiana -e non solo- è in un momento critico; questo di certo crea un'enorme ed evidente divergenza soprattutto nelle possibilità dei cittadini. Ma la domanda è: i vari ministeri lavorano senza comunicare fra loro? La risposta è ovvia, e questo basta per rendersi conto che se da un lato ci sono delle decisioni di un certo tipo, certamente dagli altri lati non potranno non esserci provvedimenti che armonizzino il complesso. Lo scopo di un governo è creare sinergia tra i vari ambiti della società.
Ora ciò che manca è una spiegazione che vada a giustificare i vari provvedimenti un po' più approfonditamente, una spiegazione che tranquillizzi i cittadini. Quello che manca è chiarezza.