Infatti il testo di Bagnasco, nel quale secondo il direttore di Famiglia Cristiana don Antonio Sciortino riecheggiano tratti della prima enciclica di papa Benedetto XVI (Deus Charitas est), non si rivolge solo ai credenti. Sciortino lo vede anzi quasi come un appello più generale, «di fronte ai tanti legami familiari che oggi si spezzano con leggerezza, a tornare a un amore più solido che non ceda alle tentazioni che ormai ci arrivano da ogni parte». E proprio questo è stimolo di riflessione per credenti e non, «in una società che ha banalizzato e mercificato l'amore e lo stesso legame familiare, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Insomma ci dà anche qualche dritta per imparare ad amare». Non aiuta in definitiva a salvare solo il matrimonio, ma anche a salvare l'amore: e su questo Camillo Langone, brillante corsivista del Foglio costruisce la teoria della differenza fra emozioni (in sostanza la scappatella) «che sono effimere e che oggi maciniamo a ritmi ossessivi, e amore, che implica durata, scommessa, costruzione».
fonte: Il Corriere della Sera, 12 Dicembre 2008
Questa è una contraddizione o più semplicemente un'adeguarsi della Chiesa ai cambiamenti dei tempi che corrono? E' difficile da stabilire: da un lato la religione cattolica continua a condannare il tradimento in quanto mancanza di fedeltà nei confronti della persona cui ci si è legati davanti a Dio, dall'altro lato lo giustifica dicendo che oggi le tentazioni sono molte e in un matrimonio è necessario saper perdonare le "scappatelle" a favore della famiglia e dell'amore, che devono mantenersi stabili in ogni avversità.
Non è difficile credere che questo possa essere un modo per riavvicinare molte delle "pecorelle smarrite", o meglio, allontanatesi volutamente dal gregge. Le condanne della religione cattolica nei confronti di certi peccati più che mai ricorrenti non hanno funzionato come deterrente perchè non fossero commessi, bensì come causa di allontanamento di peccatori accaniti.
E poi ci sono anche i peccatori che in chiesa ci vanno lo stesso.
La questione è: se la Chiesa si stesse adeguando alla società, starebbe agendo nel modo giusto? E se così fosse, quale rapporto si creerà tra Chiesa e società?